E’ fatto a forma di L. Una L (elle), un angolo dove nascondersi, ma anche una separazione violenta, un dentro e un fuori, la necessità di dover svoltare per scoprire l’altro. I due lati, le due facce del muro, sono i due aspetti del confine, Si svolta l’angolo, e il bianco diventa nero. Alla base, il rosso della vita.
Ci sono circa 150 mattoni di carta distribuiti su 18 strati sovrapposti con una lunghezza totale di 350 cm circa (2 m lato lungo, 1,5 metri lato corto, uno spessore di 21 cm e una altezza di circa 170 cm. Ogni mattone misura 38 cm x 21 cm x 10,5 cm. Un lato del muro è di color nero opaco. Su alcuni dei mattoni di carta compaiono numeri, coordinate geografiche di muri, barriere di ieri e di oggi sparsi per l’intero pianeta. L’altro lato del muro è di color bianco, il colore naturale della carta, la purezza.
Il pavimento è rosso. Su un pavimento rosso, il sangue quello che dà la vita e quello versato, si trovano mattoni, tartarughe, chiocciole, emblema di protezione e poi, in opposizione, una trappola, una chiave, del filo spinato, la difesa insomma. Alla base del muro, uno stormo di gru bianche e nere, simbolo di immortalità e pace, si crea un varco attraverso il muro.
Di CARTA. Con la tecnica ORIGAMI. Acqua, fuoco o vento possono distruggere e far tornare allo stato naturale la carta. La struttura del muro è in carta piegata, e perciò stesso resa ancor più fragile, in contrasto con la solidità apparente del muro che l’uomo stesso crea, distrugge, rigenera, in un ciclo eterno di attrazione e repulsione.
Sono di carta i mattoni, 150 fogli da disegno , di carta le gru (500) le tartarughe, le pistole, tutte in origami. A tenere su i mattoni origami ci pensano travetti di polistirolo. E poi il pavimento rosso, di carta, e un po’ di oggetti; un nido di uccello, un favo d’api, una minuscola conchiglia, perfetti esempi di confini di protezione. Da ultimo chiavi, filo spinato, altro modo per difendere un confine.
E qui vi rimando alle pagine wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Origami
Per comodità trovate qui di seguito alcuni stralci delle pagine wikipedia.
Alla base dei principi che regolano l’origami, vi sono
senz’altro i principi shintoisti del ciclo vitale e dell’accettazione della
morte come parte di un tutto: la forma di carta, nella sua complessità e
fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale
ogni vent’anni, e la sua bellezza non risiede nel foglio di carta. Alla morte
del supporto, la forma viene ricreata e così rinasce, in un eterno ciclo vitale
che il rispetto delle tradizioni mantiene vivo.
È uso giapponese donare un origami a forma di gru. Infatti la gru (per i giapponesi) è simbolo di purezza.
L’orizuru (折鶴? lett. “gru piegata”, da ori- “piegato” e tsuru “gru”), o gru di carta, è una forma considerata la più classica di tutti gli origami giapponesi. Si tratta di una rappresentazione della gru della Manciuria, che ha un significato speciale nella cultura giapponese, in cui si ritiene possa vivere fino a mille anni. È spesso usato come un simbolo cerimoniale o per la decorazione dei tavoli dei ristoranti.
E poi, last but not least, la storia di Sadako Sasaki. Se non la conoscete val la pena leggere almeno la pagina wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Sadako_Sasaki